La matematica ai matematici

Definire i compiti della scuola non è impresa facile, ma tra le aspettative minime c'è di certo l'insegnamento di conoscenze e metodi. Per far acquisire delle conoscenze di una materia, è necessaria la padronanza di quest'ultima. Ovviamente anche il come far apprendere è importante e per questo c'è la pedagogia.

Nel Cantone Ticino si è investito molto nella pedagogia. Oggi esiste l'Alta Scuola Pedagogica (ASP), che dovrebbe garantire livelli di insegnamento eccellenti. Eppure, in tempi recenti, mentre la cura della pedagogia raggiungeva il suo massimo storico nel Cantone, lo studio PISA relegava il Ticino nelle ultime posizioni, per esempio, in matematica. Ora, non ci si vuole spingere nell'artificiosa argomentazione di una correlazione negativa tra investimenti nella pedagogia e risultati insoddisfacenti degli alunni, ma non è nemmeno lecito chiudere gli occhi. Probabilmente alcune strategie e priorità vanno riviste.

Nella scuola media vi è mancanza di docenti di matematica. Se ho capito bene, Giordano Macchi, diplomato in matematica al politecnico federale di Zurigo, non potrebbe insegnare matematica perché privo di formazione pedagogica, mentre una maestra di scuola dell'infanzia, che ha seguito la magistrale senza aver necessariamente ottenuto la maturità liceale, con la dovuta preparazione pedagogica e dei corsi integrativi di matematica all'ASP, potrebbe benissimo. Tali corsi sono organizzati in collaborazione con l'Università di Bologna: ma in Svizzera non c'è proprio nessuno in grado di organizzarli? Naturalmente Giordano Macchi potrebbe farsi un annetto a tempo pieno di ASP per colmare la sua ignoranza pedagogica, ma questa prospettiva, che prevede di perdere un anno di salario e tornare sui banchi di scuola, non è un grande stimolo a intraprendere la carriera scolastica. Che sia per questo che non si riesce più a trovare docenti con una preparazione scientifica solida?

Si è deciso di permettere alla maestra d'asilo, che teoricamente possiede delle notevoli capacità pedagogiche (anche se trattare con bambini dell'asilo non è proprio come avere a che fare con adolescenti), di insegnare matematica alla scuola media. Mi chiedo: non sarebbe sensato permettere a chi possiede di sicuro solide conoscenze di matematica, acquisite in un'università, di insegnare seguendo una formazione pedagogica en emploi, come si faceva una volta?

La scuola deve riscoprire i contenuti e anteporli, anche nelle scelte di politica scolastica, alla pedagogia. Quindi, in una situazione di scarsità di docenti, meglio puntare su matematici senza formazione pedagogica che su persone pedagogicamente formate ma senza una preparazione matematica accademica.

Dipl. Math. ETHZ

Giordano Macchi

(lettera ai giornali)