Nelle scorse settimane su questo giornale, dopo la lettera aperta “Troppe brutture edilizie, Locarno addio” di due turisti tedeschi, si è avviata una utile discussione sull'eccesso di cementificazione. Ringrazio tutti coloro che con senso civico vi hanno partecipato, dimostrando attaccamento al nostro territorio. Pur essendo partito da Locarno, il campanello di allarme interessa indubbiamente anche la Città di Lugano. È un fatto che gru e cantieri sono incessantemente all'opera, alla ricerca dell'ultimo metro quadrato edificabile. Come siamo giunti a questo punto? Guardando indietro all'incirca negli ultimi 50 anni, la Città ha mostrato un grande dinamismo e voglia di crescere. Questo è stato indubbiamente salutare e ci ha dato benessere. Però poi ci si avvicina ad un limite e la crescita non è più sana. Pensiamo a un ragazzo magrolino, che ha fame, mangia e cresce sano e forte. Se però esagera, diventa obeso – e l'obesità è una malattia da curare. Da anni mi batto per far prevalere la qualità rispetto alla quantità nella pianificazione territoriale: “dimmi cosa costruirai e ti dirò come vivrai”. Ricordo solo alcuni esempi: nel 2001 durante i lavori preliminari della revisione del Piano Regolatore di Viganello, proponevo di ridurre a 4 piani l'altezza massima degli edifici in pianura; nel 2002 interrogavo il Municipio sull'impatto che avrebbero avuto diverse importanti nuove costruzioni sui servizi pubblici (scuole, case anziani etc.) e sul traffico (adeguamento dell'offerta ad una accresciuta domanda). Più di recente a Lugano nel 2005 ho richiesto l'introduzione di limitazioni per le residenze secondarie (in difesa dei prezzi di acquisto e degli affitti per i residenti) e promosso una mozione a salvaguardia degli edifici di pregio (2006), con il duplice obiettivo di salvare il bello e rispettare la nostra storia. Tale mozione si imponeva dopo il sacrificio della stupenda villa Wesphal/Ramona che veniva rasa al suolo nel suo grande parco per il (solito) complesso di appartamenti multipiani a gradoni. L'ultima fatica quest'anno è stata di richiedere un regolamento più stringente per i gazebo in piazza Riforma. Questi e altri interventi puntuali perseguono un comune fine: vivere con piacere a Lugano. Meglio 50'000 abitanti contenti che 100'000 affollati, soffocati nel traffico e disagi vari. Devo riconoscere che spesso le mie iniziative sono state rispedite al mittente, ma non per questo desisto e anzi lotterò ancora in futuro con piacere per le idee in cui credo. Futuro: non sono l'unico a prevedere che, dopo i primi assestamenti della fusione e nel rispetto degli accordi presi, dovremo porre mano ad un Nuovo Piano Regolatore della Città: sarà il momento dove dovremo cambiare in modo fondamentale la visione di fondo, dimenticando i postulati della “crescita e saturazione” dei piani regolatori passati e marcando con forza la centralità della qualità di vita.
Giordano Macchi, Consigliere Comunale Città di Lugano, Presidente della Commissione della pianificazione del territorio.