Rapporto di minoranza della
Commissione
della Pianificazione del Territorio della Città di Lugano
con il quale si richiede il rinvio
al lodevole Municipio del
Messaggio Municipale 7247 concernente
la variante di PR relativa al tema dell'occupazione dell'area pubblica
con strutture al servizio degli esercizi pubblici (giardini d'inverno,
verande, etc.)
Viganello-Lugano, 16 aprile 2007
All'On.do
Consiglio Comunale
della Città di Lugano
Onorevole Signor Presidente,
Onorevoli Signore e Signori Consiglieri Comunali,
Breve istoriato
In sintesi la proposta municipale
viene a proporre una regolamentazione postuma a diverse situazioni di
fatto già esistenti. Il nuovo regolamento si applicherà
ovviamente a tutta una serie di nuove situazioni.
Il meno che si possa affermare è che questo MM non è
stato accolto a braccia aperte dalla Commissione Pianificazione, prova
ne sia, oltre al presente rapporto di minoranza, che al rapporto di
maggioranza (firmato con riserva dal Consigliere Comunale Nenad
Stojanovic) manca la firma del Consigliere Comunale Angelo Jelmini.
La prima questione è se tale regolamentazione è opportuna
in termini generali, oppure se è preferibile non inserire
nessuna norma di carattere derogatorio vietando di fatto quelli che
vengono chiamati "giardini di inverno", che sono elementi estranei alla
logica pianificatoria di alto livello di preservare edifici, piazze e
strade del nucleo storico.
A questa visione "purista" si oppongono argomentazioni legate
all'esercizio di attività economiche del turismo (ristorazione),
al mantenere attrattivo e vivo il centro cittadino, ai relativi indotti
e posti di lavoro.
La proposta municipale e il rapporto commissionale di maggioranza vanno
nella
direzione di ritenere preminenti questi interessi, pur gettando una
base legale uniforme e che richiede il rispetto di diversi criteri
prima
del rilascio del permesso di costruire un "giardino di inverno".
In effetti la questione va regolamentata.
Soluzione da migliorare
Questo rapporto di minoranza ritiene per contro che:
- Il MM interessa direttamente anche la Piazza Riforma, ossia
l'agorà della nostra Città, che è luogo di
riunione di tutti i cittadini. Abbiamo un grande patrimonio da tutelare.
- L'approccio esclusivamente normativo, unito al principio della
parità di trattamento invocabile dopo il rilascio delle prime
autorizzazioni in base alle nuove norme, rende di fatto vacua quella
che a prima vista sembra una esauriente enumerazione di esigenze (di
buon senso!) da rispettare (proposto art. 39 bis).
- Il margine di apprezzamento dell'Esecutivo appare troppo ampio -
proprio su un tema così delicato.
- Meglio, sia dal punto di vista di una pianificazione organica e
razionale, sia per una applicazione oggettiva della norma, completare
gli articoli NAPR con un vero e proprio piano di utilizzo delle strutture
provvisorie (una cartina che definisca a priori dove sono
ammessi i gazebo). L'utilizzo della cartografia è naturale nel
Piano Regolatore e nel caso specifico sarebbe di giovamento, eliminando
alla radice tutta una serie di problematiche di applicazione delle
NAPR. Un possibile piano di utilizzo in forma cartografica in
realtà
esiste già ed è stato commissionato allo Studio Buletti
Fumagalli e Rossi. La Commissione Pianificazione ne ha avuto visione,
ma il Municipio, con lettera del 26 marzo 2007, si è opposto ad
un suo utilizzo formale nell'ambito del lavoro commissionale, spiegando
che "si tratta di
atti di lavoro interni".
- La proposta attuale non sembra considerare la differenza tra
"portico di affaccio" e "portico di percorrenza". In buona sostanza
sulla Piazza Riforma, sarebbero da preferire, secondo la variante
municipale, i gazebo davanti agli edifici, mentre deve essere garantito
una passaggio di 1.50 metri nei portici. Sarebbe invece più
opportuno liberare la piazza dalle struttura invasive attuali e
permettere l'utilizzo dei portici, dopo aver verificato che non
adempiano alla funzione di "percorrenza".
- La posizione dell'Ente pubblico rischia
alla prova dei fatti di rivelarsi molto debole. Infatti, pur
richiamando il Regolamento sui beni amministrativi e la ratio della
nuova norma NAPR che parla di "strutture provvisorie", di fatto il
privato chiamato a smontare una veranda potrebbe opporre una valida
licenza edilizia; il rischio che il progetto "strutture provvisorie" si
trasformi in "strutture perenni e inamovibili" esiste. Per avere una
maggiore chiarezza andrebbe aggiornato di pari passo il Regolamento sui
beni amministrativi, codificando in modo mirato, relativo al 39 bis,
una durata di autorizzazione limitata (5 anni come suggerisce a titolo
di invito anche il rapporto di maggioranza) o inserendo il concetto di
uso a titolo precario del bene amministrativo.
- Per regolare un problema che è nel centro cittadino, si
inserisce una norma che vale per tutto il PR "vecchia Lugano" - non si
vede la necessità di esportare "verandopoli" negli altri nuclei
(Aldesago, Brè, Caprino, Cassarate, Castagnola, Cortivo, San
Maurizio, Ruvigliana).
Per tutte le motivazioni addotte, si chiede ai colleghi di
risolvere:
- Il Messaggio Municipale numero 7247 è rinviato al lodevole
Municipio.
- Nell'allestimento di un nuovo Messaggio, il Municipio
terrà conto della necessità di allestire un piano
cartografico di utilizzo, limitato al centro cittadino, di ritenere la
differenza tra portici di affaccio e di percorrenza e di tutelare
maggiormente l'ente pubblico tramite un aggiornamento mirato del
Regolamento sui beni amministrativi.
Con ogni ossequio.
Per la minoranza della Com. della Pianificazione del Territorio
Giordano Macchi, relatore
Thomas Arn
Flavio Ortelli