CC 11 novembre 2002, Viganello
Intervento “abolizione della regolamentazione sulle residenze
secondarie”
* Il rapporto di minoranza riassume già,
anche se vecchio di 2 anni tutti i punti essenziali:
Una regolamentazione tesa a limitare le residenze secondarie permette
o Protezione del
territorio e della sua scarsità, in perfetta sintonia con la LPT
e il Piano Direttore del Cantone Ticino
o Protezione dei
residenti da un mercato dell’alloggio surriscaldato o surriscaldabile
o Mantenimento
dell’indirizzo di PR generale a Viganello quale comune a vocazione
residenziale
o Preservazione
della zona privilegiata per permettere la residenza di buoni
contribuenti
Non si vede quale sia l’interesse pubblico di abolire la norma: i casi
sono due
* O viene applicata e quindi ha ancora ragione
d’essere
* oppure ha raggiunto lo scopo di raffreddare il
mercato da eccessivi elementi esogeni
Chi propone l’abolizione persegue esclusivi interessi privati, per
aumentare le possibilità di operare compravendite. Questo non
è interesse pubblico. D’altra parte nessuno vieta di operare
infinite compravendite, purché si tratti residenze primarie.
Abolire questa normativa equivale né più né meno
che a svendere il nostro territorio, già eccessivamente
svenduto: in collina si rasenta il 25% di residenze secondarie, ben
oltre la soglia d’allarme del 10% per il “centro” secondo il piano
direttore (allegato3, “progetto di piano di indirizzo cantonale per le
residenze secondarie”).
La proposta del rapporto di maggioranza di mantenere il divieto nella
zona R2S, suona come presa in giro, oppure tecnica dello struzzo, che
nasconde la testa per non vedere che pone un divieto là dove
è superato in maniera irrecuperabile nella misura del 100%. A
chi o cosa serva tale proposta e che visione pianificatoria ci sia
dietro, non è dato sapere.
La truffa statistica di non contare proprio le residenze nella R2S
è poi dura a morire: è come dire che gli Stati Uniti non
hanno mai usato atomiche in guerra e qualcuno chiede “e in Giappone?”
“ma quello è un caso particolare e specifico, non si può
generalizzare!”.
L’apoteosi del grottesco viene poi raggiunta dalla frase “qualora ne
fosse richiesta la necessità, gli articoli 61-65 potrebbero
essere ripresi”: perfetto stile prepariamoci a chiudere la stalla
quando i buoi saranno scappati!
Per concludere invito i colleghi a difendere gli interessi dei
cittadini residenti e non della speculazione edilizia, appoggiando il
rapporto di minoranza.
Giordano Macchi