Viganello,  maggio 2002


Lodevole Municipio,
 
vi sottoponiamo la seguente

INTERPELLANZA

Le fusioni comunali non sono più un tema nuovo, sia per il Municipio, sia per i colleghi del Consiglio Comunale. Durante una delle sedute più impegnate, giustamente, del Consiglio Comunale che si chinava sulle mozioni aventi per oggetto le fusioni comunali, era prevalso il sentimento, oltre alle tendenze dei singoli di essere favorevoli o contrari, di cautela e di necessità di approfondire sul piano concreto i punti a favore e a sfavore.

Erano stati proposti possibili percorsi di approfondimento, nonché di valutare altre proposte di aggregazioni, con altri comuni.

A mesi di distanza occorre, su un tema di tale portata, aggiornare il CC. Inoltre, dato che tutti i cittadini saranno chiamati a esprimersi a titolo consultivo sul tema fusione, è necessario fornire il massimo di informazione, affinché la decisione possa essere presa con la piena consapevolezza della portata e delle conseguenze che essa implica.

  1. Stato di avanzamento dei rapporti con il Comune di Lugano

    Come procedono i contatti con il comune confinante? Si tratta ancora di manifestare volontà politiche, oppure è disponibile una solida base tecnico-scientifica di valutazione degli effetti della fusione, che enuclea gli eventuali punti di forza e punti a sfavore?
  2. Difesa delle particolarità

    Un recente sondaggio promosso da “Viganello Autonoma”, le cui domande hanno il pregio politico di evidenziare le particolarità dell’offerta di servizi comunali a Viganello, ci dirà in che misura i cittadini sono attaccati a questi servizi e se ritengono necessario difenderli nelle trattative di fusione. Come ha agito e come agirà il Municipio per difendere le particolarità del nostro Comune in caso di fusione? Ha previsto delle forme di garanzia, delle convenzioni o altri strumenti atti a preservare ciò a cui i suoi attuali cittadini sono affezionati?
  3. Clausola di salvaguardia

    Gli accordi bilaterali (di recente introduzione) tra la Svizzera e altri Paesi, prevedono una clausola di salvaguardia, ossia la possibilità per la Svizzera di distanziarsi dagli accordi qualora l’applicazione degli accordi porti a una situazione di svantaggio.
    Si potrebbe inserire una norma analoga nei progetti di fusione, che preveda per i cittadini dei comuni coinvolti di esprimersi, ad esempio dopo 8 e/o 12 anni, sul grado di gradimento dell’eventuale fusione. Se i cittadini di almeno una “frazione” saranno insoddisfatti, all’ora si tornerà automaticamente alla situazione preesistente.
    Ha già avuto modo di riflettere su una tale proposta il Municipio? E se la ritiene opportuna, in che modo intende promuoverla?
  4. Altri scenari

    Nelle osservazioni municipali alla Mozione Grandini del 30 luglio 2001, il Municipio prometteva che “si sarebbe fatto parte diligente nel contattare i Comuni della fascia urbana”. Ciò in diretta conseguenza della seguente riserva del rapporto della Commissione Petizioni-legislativa:

    “La mozione ha il pregio di evidenziare come l’eventuale modifica dell'organizzazione territoriale non può essere confinata ad un unico rapporto bilaterale (con Lugano) ma debba rimanere, soprattutto nella fase iniziale e dunque analitica, aperta a tutte le possibilità. Ancora prima di rispondere al quesito fusione-si-fusione-no bisogna stabilire con chi casomai occorre procedere ad una fusione. Si tratta di immaginare varie configurazioni, magari inedite, e valutarle senza preconcetti di sorta. Ancora una volta è necessaria la massima apertura per non scartare sin dall'inizio varianti meritevoli di approfondimento.”

    Concretamente non è ancora stato dimostrato se, ad esempio, non convenga una serie di aggregazioni sulla riva sinistra del fiume Cassarate, in particolare tra Pregassona e Viganello unitamente a Cureggia e Davesco-Soragno. Verrebbe a crearsi un polo alternativo con più di 12'000 abitanti, basato su omogeneità territoriale e sociale. Problemi come l’uscita della galleria del Vedeggio verrebbero affrontati non solo con una forza contrattuale maggiore, ma anche da politici motivati a difendere il proprio territorio con la forza di chi ci abita ed è pienamente coinvolto dalle scelte che deve intraprendere. Il miraggio delle finanze non può essere l’unica leva che rende interessanti le fusioni: bisogna rimanere fedeli ai principali compiti delle amministrazioni locali, che devono essere le più vicine ai cittadini.
    Si chiede quindi al Municipio se ha scartato la valutazione di altri scenari solo perché la velocità delle scelte è apparsa più importante della loro qualità, o per altri motivi. Si chiede inoltre se l’esecutivo intenda, aldilà delle opportunità politiche, operare questa analisi e intraprendere i rispettivi contatti.
Con stima.